Alluce valgo
Alluce valgo
L’alluce valgo è una delle condizioni patologiche più diffuse sia nel genere femminile, che risulta essere maggiormente colpita (in minor numero in relazione all’età giovanile), sia nel genere maschile. In alcune condizioni si rivela un disturbo importante con conseguente sintomatologia dolorosa che si focalizza nel processo esostotico, in termini comuni la cosidetta “cipolla”, ma con interessamento di altre zone podaliche.
Si rivela un problema non trascurabile per le donne, molte delle quali indossano quotidianamente calzature con tacchi di altezza uguale o maggiore di 4/5 centimetri, sviluppando anche un interessamento antiestetico che gioca un ruolo importante nel sesso femminile. Infatti l’entità dell’altezza del tacco incide sull’aumento delle pressioni a carico dell’avampiede al completamento di ogni passo, situazione che può aggravarsi dalle ridotte dimensioni della punta della scarpa.
Clinica e sintomi
L’Alluce valgo spesso è bilaterale ed inizialmente non è accompagnato da una sintomatologia importante, ma può essere un campanello d’allarme per analizzare e valutare l’assetto podalico e posturale per cercare di prendere in tempo la deformità e ridurre i fattori di rischio per quanto sia possibile grazie ad una adeguata terapia riabilitativa, conservativa e a lungo termine mediante anche dei consigli sulla calzatura ideale.
Molte volte si assiste ad una clinica caratterizzata da dolore in zona dell’avampiede, della fascia plantare, ma si può avvertire anche una sensazione di blocco del I dito e crampi nella zona posteriore della gamba durante il cammino.
Terapia
La Terapia consiste e si basa a constrastare tutte le possibili cause che possono aggravare il quadro clinico.
Il primo passo consiste nell’adottare una calzatura che non accentui la sintomatologia, che non sia bassa di altezza, ma che abbia un altezza di tacco di circa 3 centimetri, con contrafforti posteriori ben contenitivi ed una punta non eccessivamente sagomata. Successivamente ci si può approcciare a terapie fisiche per diminuire la presenza di sintomatologia acuta, per poi procedere ad una terapia ortesico plantare su misura dopo visita accurata da parte del podologo o da un ortopedico/fisiatra specializzato sul piede che vada ad arginare il cammino patologico ed impedire il sovraccarico delle strutture articolari.
Infine al fallimento della terapia di natura conservativa si può intraprendere il percorso chirurgico e rivolgersi ad un chirurgo del piede.